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La gestione e le competenze relazionali nel lavoro

competenze relazionali

Purtroppo, quando nel mondo del lavoro si parla di competenze e abilità sociali, quelle relazionali e di empatia sono considerate alla stregua di “chiacchiere”.

Questo non fa che alimentare i pregiudizi del tipo “è roba da psicologi, da venditori, da assistenti sociali”

È un vero peccato in quanto le nostre capacità di gestione relazionale sono oggi più che mai un fondamentale fattore di successo per le nostre carriere e soprattutto, sono ciò che più ci permettono di distinguerci.

In tempi non tanto distanti, i clienti di un notaio o di un falegname giudicavano soprattutto la qualità del servizio e del prodotto: nella loro considerazione di valore il “è stato gentile/ disponibile “era molto meno importante di quanto sia oggi; lo stesso valeva per medici e professori, di cui una volta si diceva soprattutto: “è preparato”, oggi sempre più spesso: “ha avuto un bell’atteggiamento”.

Oggi invece, professionisti, manager e imprenditori di successo sono eccellenti comunicatori.

Sanno ascoltare, sanno porsi, sanno offrire agli altri comprensione e atteggiamenti positivi.

Queste competenze (tipiche dei Leader) ormai non sono più un qualcosa in più, ma sono semplicemente il minimo indispensabile per fare bene il lavoro che si fa, a tutti i livelli, in tutti i settori.

Perché è importante migliorare le proprie competenze relazionali?

Possedere le cosiddette “Soft skills” è sempre più una prerogativa aziendale.

Essere uno che con le persone “ci sa fare” significa poter chiedere uno sforzo in più, al collega, al cliente o al collaboratore, gestire in modo costruttivo incomprensioni e conflitti, ottenere dai propri interlocutori più tempo e maggior attenzione.

Inoltre, è innegabile che le competenze relazionali garantiscono dei vantaggi significativi, tra cui:

  • Rendono la comunicazione più efficace: fondamentale se si interagisci con persone differenti.
  • Migliorano la capacità di fare squadra: saper lavorare in gruppo per raggiungere un obiettivo comune è una caratteristica parecchio apprezzata in un contesto lavorativo.
  • Migliora la gestione dello stress: ci sono momenti in cui il lavoro è molto stressante, ad esempio, si avvicina una scadenza, oppure a quando si ha a che fare con un capo poco comprensivo; Sono situazioni che richiedono necessariamente l’abilità di resistere alle pressioni, anche quando si avrebbe voglia di abbandonare tutto e andarsene.
  • Aumentano l’autonomia decisionale:  sul lavoro è molto apprezzato chi sa prendere decisioni in maniera autonoma e non fa un continuo ricorso dal capo o ad altri colleghi per chiedere consigli su questo o su quel progetto.
  • Danno risalto alla leadership: una personalità forte, la capacità di farsi ascoltare e seguire dai colleghi, ma anche ottenere il loro rispetto e la fiducia, sono tutte doti che si riscontrano in un leader. La leadership è senza dubbio una di quelle caratteristiche che consentono la crescita professionale e di carriera.
  • Spingono all’attenzione per i dettagli: nel mondo del lavoro nulla va lasciato al caso. Curare anche i più piccoli particolari permette sicuramente di entrare nelle grazie dei vertici aziendali.
  • Stimolano lo spirito di iniziativa. L’intraprendenza o la proattività, è una dote caratteriale che in un contesto lavorativo gioca un ruolo importante e rende impossibile non farsi notare.

Come migliorare le abilità relazionali?

Bisogna comprendere che le abilità relazionali non sono altro che una declinazione della propria intelligenza emotiva.

L’intelligenza emotiva, come tutte le intelligenze, è un “muscolo” e in quanto tale può essere “allenato”.

Questo cosa comporta?

Le nostre abilità possiamo svilupparle anche da adulti, quando sentiamo di essere già emotivamente formati e pronti.

Abbiamo individuato due metodi su tutti che consentono la miglioria delle abilità relazionali:

  1. Leggere una buona narrativa: Esistono numerosi studi che dimostrano una connessione tra l’abitudine a leggere romanzi avvincenti e lo sviluppo di quelle aree del cervello deputate alla nostra gestione delle emozioni nel rapporto con gli altri. In effetti, se ci pensi, leggere una storia significa entrare nella vita di altre persone, comprenderla e immedesimarsi. 
  2. Aumentare le occasioni di confronto con chi è diverso da noi: Se si frequentano solo persone che hanno la stessa età, la stessa condizione sociale o professionale non si uscirà mai dalla “comfort zone sociale”, in quanto sarà impossibile riuscire a immaginare punti di vista o emozioni che non siano vicini ai propri.  Attività come lo sport, il volontariato o ancora più semplicemente una intensa vita di quartiere possono essere splendide palestre per sviluppare le competenze relazionali.

Una volta compresa l’importanza delle competenze relazionali, quando guarderai un Curriculum di un candidato, presterai maggiore attenzione alle soft skills, vero?